Incredibile ma vero ho trovato più bello il film!
Forse perchè il libro ha uno stile cronachistico che tenta di raccontarci i fatti e non è molto efficace nel raccontare "l'anima" del protagonista, cosa che invece emerge benissimo nel film.
Mi rendo conto che in entrambi i casi la vera storia di Chris McCandless/Alex Supertramp, è filtrata dalla visione che ne hanno regista e giornalista, quindi noi non la conosceremo mai. Ma questo in fondo non è così importante.
Le storie vere non mi hanno mai affascinato semplicemente perché vere, anzi di solito le guardo con diffidenza, a meno che non ci sia un approccio storico. Quello che mi ha irresistibilmente attratto di questa storia è il desiderio insopprimibile di un contatto diretto con la natura, senza filtri, senza compromessi. Una spinta interiore così forte da fargli ignorare tutto il resto.
Non sono interessata a giudicare Chris, forse è stato un po’ superficiale, di sicuro non ha seguito il motto degli scout “Sii preparato”, ha fatto soffrire terribilmente la sua famiglia; ma noi non eravamo nella sua testa, abbiamo solo letto un libro e visto un film. Non sappiamo quanto abbia sofferto a causa della sua famiglia, pare che alla fine abbia trovato la serenità e forse sia giunto alla conclusione che “La felicità è vera solo se viene condivisa”. Giungere a questa consapevolezza gli è costata la vita.
Di sicuro dentro di me ben nascosta e tenuta assolutamente sotto controllo (codardamente) c’è una parte che assomiglia ad Alex, che alla sua età avrebbe voluto fuggirsene da qualche parte lontano dalla civiltà, per mettersi alla prova nella natura; la mia parte nomade e selvaggia. Come se il mio cervello ricordasse che l’homo sapiens ha camminato dall’Africa in tutti gli altri continenti e che lo stanzialismo fosse solo una “fregatura” recente.
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