mercoledì 15 luglio 2009

Giorgio Ambrosoli

L'11 luglio ricorreva il 30-esimo anniversario della morte dell'avvocato Giorgio Ambrosoli.
Visto che la ricorrenza e' sta cosi scarsamente ricordata, vi faccio un riassuntino.

A Giorgio Ambrosoli, Guido Carli, Governatore della Banca D'Italia, affida l'incarico della liquidazione della Banca Privata Italiana nel 1974.
L'istituto di credito fondato e gestito da Michele Sindona, viene posto in liquidazione, la bancarotta risulta ben presto essere fraudolenta, le irregolarità contabili e le vere e proprie truffe messe in atto sono numerosissime. Ambrosoli scopre anche il coinvolgimento di Sindona nel fallimento di un'altra banca, questa volta americana, la Franklin National Bank, l'FBI indaga e Sindona viene condannato in America per bancarotta fraudolenta.

Durante il periodo in cui si occupa della liquidazione Ambrosoli viene sottoposto a numerose pressioni e lusinghe per indurlo a salvare la BPI invece che a chiuderla definitivamente, viene lasciato completamente solo. Quando si accorgono che l'Avvocato e' incorruttibile si giunge alla minacce.
Consegnata la relazione conclusiva e disposta la liquidazione, viene ucciso a Milano da un sicario ingaggiato da Michele Sindona. Al suo funerale non e' presente alcun rappresentante dello stato, solo la Banca d'Italia.
Stranamente per l'Italia, in questo caso c'e' un processo che si conclude con condanna per sicario e per mandante.
Michele Sindona viene suicidato col cianuro nel carcere di Voghera nel 1986, riassume in se tutto lo schifo della storia della Repubblica, in affari con la mafia, iscritto alla P2, implicato con la vicenda dello IOR, culo e camicia con Andreotti e non solo.

Venerdì sera ho avuto modo di vedere su La7, il film "Un eroe borghese" di Michele Placido, che narra la vicenda di questo Uomo. Il film e' stato preceduto da un dibatto in cui era presente anche il figlio Umberto che ha appena pubblicato un libro "Qualunque cosa succeda". Mi e' sembrato una bellissima persona come lo deve essere stato suo padre.
In un paese in cui la parola dovere sembra essere stata cancellata dal vocabolario, Ambrosoli rimane un esempio dimenticato. Egli affronta il suo incarico con senso dovere e anche con la gioia di fare qualcosa per il proprio paese che si riscontra in pochissime persone.
La lettera che nel 1975, scrive alla moglie, e' meravigliosa e commovente, purtroppo tragicamente profetica.

Purtroppo non ho trovato la versione completa che viene letta nel film.

Anna carissima,

è il 25.2.1975 e sono pronto per il deposito dello stato passivo della B.P.I. atto che ovviamente non soddisfarà molti e che è costato una bella fatica.

Non ho timori per me perché non vedo possibili altro che pressioni per farmi sostituire, ma è certo che faccende alla Verzotto e il fatto stesso di dover trattare con gente dì ogni colore e risma non tranquillizza affatto. E’ indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un'occasione unica di fare qualcosa per il paese.

Ricordi i giorni dell'Umi (Unione Monarchica Italiana n.d.r.) , le speranze mai realizzate di far politica per il paese e non per i partiti: ebbene, a quarant'anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito. Con l'incarico, ho avuto in mano un potere enorme e discrezionale al massimo ed ho sempre operato - ne ho la piena coscienza - solo nell'interesse del paese, creandomi ovviamente solo nemici perché tutti quelli che hanno per mio merito avuto quanto loro spettava non sono certo riconoscenti perché credono di aver avuto solo quello che a loro spettava: ed hanno ragione, anche se, non fossi stato io, avrebbero recuperato i loro averi parecchi mesi dopo.

I nemici comunque non aiutano, e cercheranno in ogni modo di farmi scivolare su qualche fesseria, e purtroppo, quando devi firmare centinaia di lettere al giorno, puoi anche firmare fesserie. Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto [... ] Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa.

Riuscirai benissimo, ne sono certo, perché sei molto brava e perché i ragazzi sono uno meglio dell'altro [... ]

Sarà per te una vita dura, ma sei una ragazza talmente brava che te la caverai sempre e farai come sempre il tuo dovere costi quello che costi.

Hai degli amici, Franco, Giorgio, Ferdinando, Francesco, che ti potranno aiutare: sul piano economico non sarà facile. ma - a parte l'assicurazione vita – (…)

Giorgio

Un pensiero alla sua famiglia che sono sicura mantiene fede agli ideali del padre e a tutti quelli che in Italia fanno il proprio dovere senza pensare ai propri interessi, alle proprie voglie, ai rischi che corrono.

1 commento:

  1. all'epoca io non c'ero ancora... ma di Sindona ho sentito parlare.... purtroppo.. ho annotato il titolo del libro del figlio di Ambrosini.... voglio leggerlo..

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Automoderatevi, altrimenti vi censuro.