venerdì 24 dicembre 2010

Santo Natale 2010

BUON NATALE E LIETO 2011 A TUTTI VOI



In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio.

C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l'angelo disse loro: "Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia". E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva:

"Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama".

Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l'un l'altro: "Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere". Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.





Al censimento che si propone di contare i sudditi dell’impero (per motivi militari e fiscali), si oppone il popolo di Dio, il popolo dei santi che solo Dio conosce e di cui nessuna grandezza storica, religiosa o profana, può farsi padrona. Il popolo dei redenti nell’Apocalisse è descritto come “moltitudine che nessuno poteva contare” (Ap 7,9) e il censimento del popolo di Dio ordinato da David nell’Antico Testamento viene condannato da Dio (cf. 2Sam 24; 1Cr 21). La forza della chiesa non sta nel numero dei suoi adepti, nei numeri esibiti che dicono forza e prestigio, né la chiesa è chiamata a schierarsi tra le forze attive e potenti nello spazio pubblico ponendo sul piatto della bilancia “i numeri” che può vantare. E questo non solo perché la massificazione implicita nella riduzione della persona a numero è sempre pericolosa, ma anche perché solo Dio scruta il cuore umano e conosce la fede dell’uomo, la quale abita una dimensione di mistero che non può essere violata.
Al suo nascere Gesù appare tra gli emarginati, tra le “vite di scarto”, tra coloro che non destano interesse e non contano. E non su di lui si manifesta la luce della gloria divina, ma sui pastori (cf. Lc 2,9): essi ne hanno bisogno per riconoscere la presenza di Dio nella povertà e debolezza della carne umana. E con loro, anche noi ne abbiamo bisogno.
Luciano Manicardi

4 commenti:

  1. tanti auguri anche a te (scusa il ritardo)

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  2. Auguri, spero di essere ancora in tempo :) Bellissimo il tuo post, mi ha fatto riflettere e lo rileggero'!

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  3. Ciao Barbara, passo per un saluto e per dirti che per un po' chiudero' il blog ma continuero' a leggerti e a commentare! :)

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  4. @ Marco, non preoccuaprti per il ritardo! Buon anno!

    @ Vittoria: non chiudere sono troppo divertenti le tue avventrue scozzesi!

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Automoderatevi, altrimenti vi censuro.