venerdì 3 giugno 2011

Citizen Kane

Quarto potere 

Un film di Orson Welles. 
Con Everett Sloane, Paul Stewart, Joseph Cotten, Alan Ladd, Agnes Moorehead.
b/n durata 119 min. - USA 1941.

Finalmente l'ho visto, o forse rivisto ma non conservavo la memoria della precedente visione, solo di tutte le n-mila volte che è stato proposto qualche suo spezzone. 
Che dire di un film che è quasi unanimemente considerato tra i 10 capolavori della storia del cinema? Solo un'opinione strettamente individuale e anche se volete un po' ignorante. Il film infatti ha 70 anni e è difficile immaginare cosa potesse rappresentare all'epoca la usa uscita. 
Se tecnicamente, a quanto tutti dicono, è stato una vera rivoluzione ed è ancora affascinante, secondo me è la storia a mostrare tutti i suoi anni.
Non si può non rimanere colpiti dalla splendida fotografia, dalle geniali dissolvenze, dai movimenti della macchina da presa, mentre si rimante piuttosto inquietati dalla presenza dei famosi soffitti che incombono su tutti i personaggi schiacciandoli perennemente (e qui andiamo con l'ingoranza, schiacciati tutti metaforicamente da chi? il capitalismo? la "democrazia"?). Uno dei pochi luoghi che si salva dalla presenza degli ingombranti soffitti è il castello (prigione) del vero cittadino americano Kane che sembra però il castello del conte Dracula, un luogo di reclusione e oppressione invece che di magnificenza e splendore. Insomma su tutto il film incombe la cupezza. 
L'unico difetto tecnico che si può attribuire al film è il trucco. L'invecchiametno dei personaggi è pessimo.



Veniamo al cittadino Kane. Affidanto a un tutore che più che un tutore è un banchiere in età prescolare, viene "allevato" nelle migliori scuole ma senza alcun risultato perché il ragazzo non si applica. All'età di 25 anni dispone di un patrimonio di 60 milioni di dollari (siamo circa nel 1890) e decide di trastullarsi con un giornale. Attraverso il giornale a seconda di quello che gli gira perora un giorno una causa e un giorno quella contraria. Tenta la carriera politica ma viene stroncato dal suo avversario politico che usa i suoi stessi metodi. Muore, come si conviene ad un uomo pieno solo di se stesso, solo e abbandonato.

Se la storia vuol essere una metafora dell'american-way of life la cosa non mi convince. Se è l'analisi della vita di un uomo alla fine mi suona banalotta e anche un po' moralista. Se ce la vogliamo prendere con la ricchezza... non ci siamo perché il problema è la bassezza di Kane non la sua ricchezza. 
Insomma la storia non è riuscita a conivolgermi e Kane ha finito per farmi pena, le persone attorno a lui alla fine risultano marginali anche se sono più interessanti del protagonista stesso. Insomma la storia di un uomo che per tutta la vita cerca l'adulazione (e non l'amore come si potrebbe pensare) e che finisce per rimanere anche senza quella perché solo un'animo profondamente servile può adulare tutta la vita.

5 commenti:

  1. NON SONO IL PRIMO a notare analogie tra il protagonista del film (Charles Foster Kane, a sua volta plasmato sull'editore Hearst) e il nostro pres del cons
    -due matrimoni andati male, smisurata ambizione, ricchezza incredibile, triste declino... (chissà se il Nostro da piccolo giocava con una slitta di legno?)

    RispondiElimina
  2. il problema è che lui non ha ancora esaurito i "servi" a sua disposizione.

    RispondiElimina
  3. non ho mai visto 4° potere, però ho visto 5 potere.... mi sembra si chiamasse così, quel film degli anni 70 sulla tv...

    RispondiElimina
  4. Buono il suggerimento di Marco. Trattasi di storia basata su di un personaggio realmente esistito, che se l'è presa così a male da usare il suo immenso potere mediatico per sabotare il film.

    Direi che hai capito giusto: critica all'american way of life; bilancio (negativo) di una vita sprecata; notazione su quanto essere straricco dalla nascita può anche essere una maledizione. Non sono d'accordo solo sulla "bassezza" di Kane. Al contrario, si tratta di un personaggio "larger than life". Però, poveretto, non ha conosciuto l'amore. E qui torno ad essere d'accordo con te. Cercava solo adulazione, appunto perché non sapeva cosa fosse l'amore. Ne aveva solo una scintilla, un bocciolo di rosa (come poeticamente ci dice Welles) che è congelato prima di poter fiorire.

    RispondiElimina
  5. A dire il vero non mi piace molto il fatto che si sia ispirato a un personaggio reale... lo trovo un difetto non un pregio. Ho anche visto rko 281 per quel che può valere.

    RispondiElimina

Automoderatevi, altrimenti vi censuro.